Velasco Vitali ripropone al Premio Michetti alcuni significativi episodi di Goldwatch, la storia per immagini dei giorni di ritiro durante la prima quarantena pandemica, dipinta all’interno del giardino adiacente il suo atelier per costruire un quadrato magico che immergesse il riguardante nella lussureggiante vegetazione primaverile, ignara, nell’avvicendarsi delle stagioni, di tutto quanto stesse accadendo fuori da quell’hortus conclusus, dove l’artista è costretto a riscoprire il tempo come dimensione interiore e ad abbandonarsi piacevolmente alla consolazione della pittura, quella vera, sur le motif. Nasce così un “panorama”, impressionista nell’assunto, rapido e felicemente informale nel ductus pittorico, continuo nella leggiadra sinfonia di colori smaglianti, nell’infinita gamma di verdi e di gialli accesa da fioriture giapponesi, nello splendore prezioso, astratto e divino di uno spazio innaturale, il ciel d’oro, recuperato dalla tradizione medievale, in chiave spirituale e simbolica, controcanto d’eternità.
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Velasco Vitali, il sicuro porto della natura
