“Onorare la memoria di Francesco Paolo Michetti e concorrere alla rinascita spirituale di Francavilla al Mare”
Nasceva cosi il Premio Nazionale di pittura F. P. Michetti
Era il 1947 e il “Premio Michetti fu tra i primi a sorgere in un momento in cui una guerra nefasta aveva addensato sul Paese un cumulo di rovine, di disgrazie e di lutti”, come scrive Marco Valsecchi nel catalogo del 1966.
La Fondazione viene costituita nel 1952. Successivamente, nel 1955, diverrà Ente Morale.
Nel ripercorrere la storia della Fondazione Michetti non si può evitare di fare riferimento a quanto hanno scritto, nel corso del tempo, critici, storici, uomini d’arte e di cultura, chiamati a collaborare alla realizzazione delle diverse esposizioni. E sono tanti: Palazzeschi, Angioletti, Apollonio, Bellonzi, D’Amico…
Nel 1955 Carlo Barbieri sottolineava come “una delle caratteristiche” del Premio Michetti fosse “fin dall’inizio, insieme alla vocazione nazionale che trascende la regione pur non trascurandola…la volontà di rispecchiare il più fedelmente possibile valori e tendenze vitali dell’arte di oggi”.
De Pisis, Tosi, Tommaso Cascella, Guidi, Frisia furono tra i partecipanti alla prima edizione dedicata al “paesaggio italiano” e organizzata dal gallerista Ettore Gian Ferrari, lombardo, il quale inserì “subito la manifestazione in un circuito di rilievo”.
Negli anni a seguire, il Michetti è sempre stato attento a coniugare spinte moderniste e linguaggi della tradizione pittorica in un processo di equilibrio tra valorizzazione della realtà locale e apertura nazionale e internazionale. Si susseguono, dal 1947 ad oggi, artisti rappresentativi delle molteplici e complesse correnti del XX secolo: da Prampolini a Reggiani, da Sassu a Cantatore, da Ceroli a Titina Maselli.
Indimenticabile l’edizione del 1969.
Aboliti i premi sull’onda delle contestazioni dell’epoca, la rassegna fu articolata in tre sezioni con la partecipazione, fra gli altri, di Burri, Capogrossi, Dorazio, Fontana, Turcato, Vedova; degli abruzzesi Spalletti, Summa, Misticoni, Di Blasio; dei giovani Kounellis, Mattiacci, Mochetti, Paolini, Prini, Zorio.
Una storia lunga e intensa quella del Premio Michetti. Artisti italiani e abruzzesi si confrontano con artisti jugoslavi, bulgari, greci, spagnoli, polacchi… Nel 1987 è Achille Bonito Oliva che apre ai “Nuovi territori dell’arte” europea e americana: Twombly, Cabrera, Moses, Wool e Mario Schifano, vincitore quell’anno del Premio Speciale della Fondazione. Grandi artisti ma anche grandi critici sottolineano le fasi del Premio.
Nel 1991 è Vittorio Sgarbi a curare l’esposizione; l’anno seguente Renato Barilli, con il quale tornano al Premio Michetti giovanissimi come Marco Airò, Marco Cingolani, Chiara Dynys, Eva Marisaldi, Alessandro Pessoli, Cuoghi e Corsello.
Nel 1995 viene realizzata una rassegna di scultura, novità meno traumatica di quanto possa sembrare, visto che gli scultori hanno avuto al Premio Michetti accoglienza frequente. Sono in mostra opere di Aligi Sassu, Umberto Mastroianni, Pietro Consagra, Arnaldo Pomodoro, Giuliano Vangi.
Ma la storia della Fondazione si compone di altri capitoli. Uno fondamentale che il Premio apre al suo interno sin dal 1948, ed è rappresentato dalle mostre dedicate a Francesco Paolo Michetti. L’ultimo importante omaggio alla figura del Maestro di Francavilla è la retrospettiva organizzata nel 1999 a Palazzo Venezia, a Roma: 400 fra oli e tempere, studi, disegni, piccole statue in terracotta, arredi, scenografie, costumi e naturalmente le fotografie in parte trasferite poi per l’edizione Francavillese presso il MuMi, struttura che affianca Palazzo San Domenico, accoglie permanentemente due grandi tele dell’artista: Le Serpi e Gli Storpi, ed ospita da poco tempo anche la sede della Fondazione.
L’altro capitolo di questa lunga storia racconta di convegni, mostre di ceramica ma anche di ex-voto, proposte di restauro, incontri dedicati all’ambiente, comunque occasioni di confronto sui temi della cultura che la Fondazione Michetti promuove da sempre in un’ottica di crescita e di valorizzazione delle risorse locali.